sabato 18 novembre 2017

PESCA SENZA CASSA INTEGRAZIONE NÈ QUALIFICA DI LAVORO USURANTE: SE N'È DISCUSSO IERI A CHIOGGIA

Si è intitolata “Che pesci prendere?” l'iniziativa organizzata ieri mattina al museo civico della laguna sud dal sindacato FLAI CGIL, che ha voluto incontrare i pescatori della marineria di Chioggia per parlare di ammortizzatori sociali, lavori usuranti, malattie professionali, sicurezza nei luoghi di lavoro e applicazione del relativo testo unico. All'iniziativa hanno partecipato -oltre a Ivana Galli del FLAI- altri sindacalisti come Pierpaolo Piva della CISL e Carlo Muccio della UIL, esponenti politici come Lucio Tiozzo del PD e Gilberto Boscolo del M5S, poi Marco Spinadin di Federcoopesca, esponenti delle cooperative, tecnici del settore, Elio dall'Acqua del consorzio armatori, una rappresentanza del CoGeVo. Fra i temi sul tavolo, appunto, il mancato inserimento della pesca nei lavori usuranti ai fini della riforma pensionistica e dello scalone che sta per scattare quale adeguamento anagrafico; inoltre, la considerazione che il ministero per l'Agricoltura e la Pesca copre settori non omogenei, in quanto la prima gode di cassa integrazione mentre la seconda no. Quanto alla formazione, le istanze sono state avanzate in Parlamento ma l'iter è lunghissimo: spesso -dicono i pescatori- a Roma discutono persone che non conoscono la realtà della pesca. Dal canto suo Cristian Varisco, portavoce dell'associazione Nuovi Orizzonti, ha notato come «la pesca subisca decisioni europee più di altri settori, e di queste le linee guida devono essere conoscibili dal pescatore stesso senza essere passibili di interpretazioni equivoche. Manca la percezione che il peschereccio sia un'azienda come quelle di terraferma, e spesso gli enti non comunicano tra loro».

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