lunedì 31 luglio 2017

LA REGIONE VENETO: "I PESCHERECCI ITALIANI SONO PENALIZZATI DAL FERMO BIOLOGICO, DA BRUXELLES DUE PESI E DUE MISURE TRA NOI E LA CROAZIA"

Da domani entra il vigore il decreto per il fermo pesca 2017, firmato dal sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, che prevede l'arresto temporaneo dell'attività in mare con il sistema a strascico. L’obbligo di interruzione temporanea dell'attività di pesca varrà per 42 giorni -sino al 10 settembre- per la flotta veneta al fine di favorire il ripopolamento del mare e garantire un migliore equilibrio tra le risorse biologiche e l'attività di pesca. Il fermo pesca vale per le marinerie italiane ma non per quelle croate, benchè la Croazia sia membro dell’Unione Europea dal 2013. «Il fermo pesca attuato dalle nostre marinerie adriatiche, e non da quelle croate, è questione grave, che merita di essere trattata nelle dovute sedi con grande attenzione: è in gioco la tenuta delle nostre imprese di pesca e delle nostre filiere commerciali», prende posizione l’assessore veneto alla pesca Giuseppe Pan, sposando proteste e preoccupazioni delle organizzazioni di rappresentanza della categoria. La flotta veneta conta 652 pescherecci distribuiti sulle marinerie venete (quella di Chioggia è la prima d’Italia per numero di addetti e di imbarcazioni), con 5850 occupati e 3696 imprese comprese quelle della trasformazione, il tutto per un valore di produzione annua pari a 121 milioni di euro. «Ha poco senso -continua Pan- parlare di regionalizzazione e responsabilizzazione del ceto peschereccio nell’ambito di piani di gestione pluriennali se poi si accettano situazioni palesemente paradossali com’è il fermo pesca in Adriatico. Le proteste delle nostre imprese sono più che giustificate: non è più procrastinabile una presa di posizione forte del nostro Ministero, che sul tema specifico dovrebbe dimostrare verso le istituzioni europee lo stesso piglio e lo stesso coraggio dimostrato nella vertenza pesce-spada”, prosegue ancora il rappresentante del governo regionale. La Regione Veneto e le Regioni del distretto Alto-Adriatico –ricorda l’assessore- hanno avviato da tempo con le marinerie croate alto-adriatiche un percorso di collaborazione in materia di pesca attraverso l’attivazione di progetti di collaborazione, che nel lungo periodo dovranno condurre a gestioni condivise delle risorse ittiche che coniughino sostenibilità socio-economica e recupero degli stock oggetto di prelievo. Abbiamo tutto l’interesse che il dialogo con la Croazia prosegua, certamente sulla base di una coerenza complessiva che non può non contemplare l’applicazione uniforme delle regole comunitarie. Qui il governo deve assolutamente fare la sua parte, consapevole anche del fatto che il fermo pesca, nelle forme sperimentate, è probabilmente giunto al capolinea, e ciò a prescindere dai problemi di natura finanziari. Anche la ricerca scientifica deve fare la sua parte, così come è avvenuto positivamente per le vongole. Vorremmo capire, dai competenti tavoli tecnico-scientifici che supportano le scelte di politica comunitaria in materia di pesca, quale senso ed efficacia abbia realizzare il fermo pesca solo nei nostri compartimenti in Adriatico, a parità di criteri e modalità applicative. Ci attendiamo una risposta rapida dal Ministero: più che auspicabile, è assolutamente dovuta a chi trae dal mare ragioni di lavoro e di vita».

domenica 30 luglio 2017

TRAPELLA: NUOVI ORMEGGI DURANTE IL FERMO PESCA DIETRO LA DARSENA SALINE, PASSI AVANTI PER LE BRICOLE


Chioggia Azzurra ha intervistato l'assessora alla pesca, Patrizia Trapella, in merito a differenti questioni legate all'attività della marineria di Chioggia. In primis i nuovi ormeggi temporanei che per il periodo del fermo pesca (1 agosto - 10 settembre) sgraveranno il canale San Domenico dall'eccesso di pescherecci, poi l'annosa questione delle bricole vaganti e dei relitti che affiorano in laguna sud.

sabato 29 luglio 2017

VIA AL FERMO PESCA, MA LA CROAZIA NON LO RISPETTA. I PESCATORI DI CHIOGGIA SONO ARRABBIATI

È partito il fermo pesca e scoppia la grana Croazia. Mentre i pescatori dell'Adriatico italiano hanno incrociato le braccia ieri, in un momento nemmeno così critico per i ricavi, dall'altra parte del mare nessuno ottempera al fermo biologico imposto dall'Unione Europea per ripopolare la fauna ittica. Eppure la Croazia è nell'Unione dal 2013, quindi anche per la sua marineria valgono le leggi continentali: ma invece la nazione frontaliera approfitterà del fermo italiano per riversare il suo prodotto nei nostri mercati, consentendo addirittura la pesca domenicale. La circostanza fa sbottare i pescatori di Chioggia: «Quindi il rispetto della produttività biologica del mare vale solo per una costa e non per l'altra? Che senso ha rispettare i limiti se c'è chi non li rispetta?», ci si chiede per le rive. Elio Dall'Acqua, del Consorzio Armatori Pescherecci, punta il dito anche sull'esiguità del sussidio erogato dallo Stato: «Ci pagano 30 giorni con 30 euro al giorno, dai quali bisogna levare le tasse», mentre addirittura i primi dieci giorni del mese di settembre non garantiranno introiti, ed è il primo anno che succede una cosa del genere. Il taglio al contributo non è l'unica vertenza aperta con Roma: «Gli incontri nella Capitale -continua Dall'Acqua- non hanno portato a niente di nuovo, vedi la ventilata riforma della legge 154». Lo sguardo si sposta anche nella realtà locale, fra le bricole che spariscono e i canali che hanno bisogno di essere scavati: intanto, per il periodo del fermo pesca, alcuni pescherecci troveranno posto al porto vecchio, lasciando più liberi i canali, specie quello di San Domenico.

giovedì 20 luglio 2017

GLI ISPETTORI DELLA COMMISSIONE EUROPEA VISITANO IL CO.GE.VO.: TUTTO OK CON IL DECRETO VONGOLE

Ispezione praticamente a sorpresa, ieri pomeriggio, di un nucleo inviato dalla Commissione Europea agli stabilimenti del CoGeVo a Punta Poli. Oggetto della visita, le opportune verifiche comunitarie dell'applicazione del recente decreto sulla taglia minima delle vongole, entrato in vigore a inizio anno: dopo un mercoledì di studio teorico a Caorle, la riprova pratica si è avuta appunto ieri a Chioggia. Soddisfatto il presidente del consorzio, Michele Boscolo Marchi: «I commissari ripartono con esito positivo, è un onore per noi averli avuti qui, perché siamo stati fra gli artefici di questo nuovo regolamento. Abbiamo mostrato tutto quello che facciamo, carte alla mano, mettendo in pratica le teorie riguardo la procedura prevista dal decreto. Auspichiamo di aver dato tutte le risposte che la UE si attendeva. Siamo pescatori responsabili che vogliono gestire il mare rispettando le leggi, diamo garanzie al commercio». Il decreto peraltro riduce da 5 a 4 le giornate di pesca settimanali, e da 6 quintali al giorno a 4 la quantità di molluschi pescabili. Gli ispettori hanno controllato le singole imbarcazioni, affinché non ci fossero a bordo vongole inferiori a 22 millimetri.

giovedì 13 luglio 2017

FERMO BIOLOGICO 2017: 55 GIORNI SENZA PESCA A STRASCICO NÈ INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE

Sono state fissate ieri al ministero le date per il fermo biologico relativo alla pesca a strascico su quasi tutte le coste nazionali. Per il compartimento che va da Trieste ad Ancona, investendo quindi l'Alto Adriatico e la marineria di Chioggia, i pescherecci si fermeranno dal 31 luglio e per tutto il mese di agosto, con ulteriori quindici giorni consecutivi fino al 14 settembre più dieci giorni di fermo “tecnico” da sviluppare entro dieci settimane dall'inizio dell'attività. Ma già in questo mese è vietata la pesca a strascico in Adriatico entro le 6 miglia dalla battigia, fino al prossimo 31 ottobre. All'armatore saranno pagati al massimo 30 giorni di fermo pesca. Non è stato trattato l'argomento della pesca ai piccoli pelagici, come le acciughe e le sardine. I sindacati si sono opposti alla possibilità di sbarco del personale, volto all'incasso veloce con l'assegno di disoccupazione: non è chiaro se vi saranno somme disponibili a pagare il premio che sostituisce la cassa integrazione in deroga.

lunedì 10 luglio 2017

ANCHE PER L'ANNO 2015, NIENTE RIMBORSI DEL FERMO PESCA PER GLI ARMATORI CHE COLLABORANO ALLA RICERCA SCIENTIFICA

È ufficiale, anche per l'anno 2015 non sono stati erogati i contributi del fermo pesca a quegli armatori che hanno supportato le attività di ricerca dell'Ispra, uscendo in mare a campionare gli esemplari nell'operazione di controllo della fauna ittica durante il fermo biologico. Questioni prettamente burocratiche fanno sì che per il secondo anno consecutivo -l'anno scorso erano stati negati i fondi relativi al 2014- diventi sempre più difficile per i pescatori essere disposti a collaborare con le attività dei ricercatori. «I pescatori cosa possono pensare?», chiede l'armatore Denis Padoan al recente convegno dell'Ispra. «Che faccio la ricerca e perdo migliaia di euro negli anni?». Resta davvero difficile capire come mai il bonus che legittimamente spetta agli altri pescatori, costretti a non andare al lavoro per via dei ripopolamento ittico, non valga per chi si impegna in un'attività meritevole, volontaria e soprattutto gratuita.

giovedì 6 luglio 2017

IL PIONIERE CONTESTA LA CAPITANERIA DI JESOLO: "ERAVAMO A 3 MIGLIA E MEZZO"

Torniamo sull'episodio che la scorsa notte ha visto protagonista, al largo di Jesolo, il peschereccio chioggiotto Pioniere perché la situazione è meno chiara e pacifica di come apparso in un primo momento. C'è stata sì una contestazione della Capitaneria di Porto di Piave, la quale ha segnalato l'imbarcazione entro la cerchia delle 3 miglia dove non è possibile gettare le reti, con l'intimazione a ributtare in mare il pescato. Il comandante è più che sicuro che la barca viaggiasse a 3 miglia “grasse”, ovvero oltre le 3 miglia stesse. Inoltre al Pioniere sono state contestate anche le luci spente, mentre i pescatori affermano che erano spente solo in una parte dello scafo. Al proposito, sono stati anche forniti i punti-nave: a parità di latitudine (sia la Capitaneria che l'equipaggio hanno annotato 45°27'54” di latitudine Nord), le note divergono per quanto riguarda la longitudine: 12°42' Est per i militari, 12°40'53” Est per i pescatori. Circostanza questa che porterebbe la posizione a 3.5 miglia, ovvero in una zona consentita. Con la consegna del verbale ci sarà modo per l'armatore del Pioniere di far rilevare l'incongruenza, evitando magari ulteriori sanzioni.

martedì 4 luglio 2017

IL PESCHERECCIO CHIOGGIOTTO "PIONIERE" FERMATO A JESOLO PER PESCA SOTTO COSTA

Il divieto di pesca entro le 3 miglia dalla costa non fa sconti a nessuno. Stanotte attorno alle ore 4 la Capitaneria di Porto di Piave ha fermato, a 2.20 miglia dal litorale di Jesolo, il peschereccio chioggiotto Pioniere: il controllo probabilmente era scattato in seguito alle segnalazioni di danni alle reti da posta. Non c'era solo il Pioniere a pescare entro le tre miglia, e probabilmente la Capitaneria ha registrato anche altre imbarcazioni. Alle ore 5.10 il sito MarineTraffic rintracciava il Pioniere ancora fermo in mare tra Cavallino e Cortellazzo.
L'armatore comunica che è in corso una contestazione, riportata a verbale e fondata su asseriti tracciati nautici, secondo la quale il natante stava pescando poco oltre le 3 miglia.

DEPOSITO GPL: LA MARINERIA DI CHIOGGIA È VERAMENTE CONTRARIA?

DEPOSITO GPL: LA MARINERIA DI CHIOGGIA È VERAMENTE CONTRARIA? Si è svolto sabato scorso in sala consiliare un incontro del comitato No Gpl con alcuni esponenti della pesca chioggiotta organizzata e l’amministrazione comunale rappresentata dal vicesindaco Marco Veronese. In un clima di notevole delusione, all’indomani della decisione del TAR che ha consentito -pressoché definitivamente- la ripresa dei lavori a punta Colombi, si è discusso a proposito delle azioni da intraprendere per continuare la protesta contro il “famigerato“ impianto. Tra le varie ipotesi, la più concreta è stata quella di Michele Boscolo Marchi, presidente del consorzio CoGeVo, che ha proposto di indire una manifestazione a Venezia -sede della Regione Veneto- con pescherecci e pullman. L'idea però è stata sostanzialmente bocciata da Elio Dall’Acqua, rappresentante del Consorzio Armatori Pescherecci di Chioggia, che ha ricordato come difficilmente, in un periodo economico così duro, i comandanti sarebbero propensi a sostenere una spesa di circa 300 euro per spostare le barche fino a Venezia. Lascia comunque pensare, però, il fatto che il comitato (in particolare alcuni suoi rappresentanti di spicco), nell’evidente tentativo di attirare la solidarietà e l’attenzione della pesca, continui a propagandare notizie assolutamente non veritiere riguardo il deposito gpl. Ad esempio: «Quando entreranno le navi gasiere -ha insistito più volte Maria Rosa Boscolo, ex consigliera comunale del PD- il traffico marittimo verrà bloccato per 12 ore». Una circostanza del tutto smentita dalla realtà dei tanti porti italiani, da Ravenna a La Spezia, dove entrano le gasiere e il traffico marittimo non viene di certo bloccato, se non per il tempo del passaggio delle navi nel canale, ovvero qualche decina di minuti. Ma anche: «L’impianto di gpl non solo ci darà problemi per la navigazione -ha ribadito Michele Boscolo Marchi, che è stato consigliere comunale PD- ma ci ha rubato il futuro, in quanto a punta Colombi si sarebbe dovuto trasferire il mercato ittico». Anche questa è un'affermazione non vera, in quanto mai si sarebbe potuto realizzare un mercato di generi alimentari in prossimità del porto commerciale: precise norme di legge tutelano la salute dei consumatori e lo avrebbero radicalmente impedito. Possiamo essere tutti d’accordo che il deposito avrebbe potuto essere realizzato da un’altra parte, come tutte le cose in Italia: dispiace però vedere che proprio chi è stato amministratore del comune di Chioggia (Barbara Penzo ex assessora all’ambiente, Maria Rosa Boscolo Chio e Michele Boscolo Marchi ex consiglieri comunali del PD, Roberto Rossi già consigliere comunale verde) e che quindi ben conosce le cose ribalti completamente la verità. A questo punto la domanda è: ma queste persone sono veramente interessate e convinte di bloccare l’impianto, oppure è solo un tentativo, ben poco nobile, di ottenere visibilità nella speranza di arraffare qualche voto alle prossime elezioni?

DEPOSITO GPL: LA MARINERIA DI CHIOGGIA È VERAMENTE CONTRARIA?

DEPOSITO GPL: LA MARINERIA DI CHIOGGIA È VERAMENTE CONTRARIA? Si è svolto sabato scorso in sala consiliare un incontro del comitato No Gpl con alcuni esponenti della pesca chioggiotta organizzata e l’amministrazione comunale rappresentata dal vicesindaco Marco Veronese. In un clima di notevole delusione, all’indomani della decisione del TAR che ha consentito -pressoché definitivamente- la ripresa dei lavori a punta Colombi, si è discusso a proposito delle azioni da intraprendere per continuare la protesta contro il “famigerato“ impianto. Tra le varie ipotesi, la più concreta è stata quella di Michele Boscolo Marchi, presidente del consorzio CoGeVo, che ha proposto di indire una manifestazione a Venezia -sede della Regione Veneto- con pescherecci e pullman. L'idea però è stata sostanzialmente bocciata da Elio Dall’Acqua, rappresentante del Consorzio Armatori Pescherecci di Chioggia, che ha ricordato come difficilmente, in un periodo economico così duro, i comandanti sarebbero propensi a sostenere una spesa di circa 300 euro per spostare le barche fino a Venezia. Lascia comunque pensare, però, il fatto che il comitato (in particolare alcuni suoi rappresentanti di spicco), nell’evidente tentativo di attirare la solidarietà e l’attenzione della pesca, continui a propagandare notizie assolutamente non veritiere riguardo il deposito gpl. Ad esempio: «Quando entreranno le navi gasiere -ha insistito più volte Maria Rosa Boscolo, ex consigliera comunale del PD- il traffico marittimo verrà bloccato per 12 ore». Una circostanza del tutto smentita dalla realtà dei tanti porti italiani, da Ravenna a La Spezia, dove entrano le gasiere e il traffico marittimo non viene di certo bloccato, se non per il tempo del passaggio delle navi nel canale, ovvero qualche decina di minuti. Ma anche: «L’impianto di gpl non solo ci darà problemi per la navigazione -ha ribadito Michele Boscolo Marchi, che è stato consigliere comunale PD- ma ci ha rubato il futuro, in quanto a punta Colombi si sarebbe dovuto trasferire il mercato ittico». Anche questa è un'affermazione non vera, in quanto mai si sarebbe potuto realizzare un mercato di generi alimentari in prossimità del porto commerciale: precise norme di legge tutelano la salute dei consumatori e lo avrebbero radicalmente impedito. Possiamo essere tutti d’accordo che il deposito avrebbe potuto essere realizzato da un’altra parte, come tutte le cose in Italia: dispiace però vedere che proprio chi è stato amministratore del comune di Chioggia (Barbara Penzo ex assessora all’ambiente, Maria Rosa Boscolo Chio e Michele Boscolo Marchi ex consiglieri comunali del PD, Roberto Rossi già consigliere comunale verde) e che quindi ben conosce le cose ribalti completamente la verità. A questo punto la domanda è: ma queste persone sono veramente interessate e convinte di bloccare l’impianto, oppure è solo un tentativo, ben poco nobile, di ottenere visibilità nella speranza di arraffare qualche voto alle prossime elezioni?

domenica 2 luglio 2017

CONVEGNO DELL'ISPRA SUI CAMBIAMENTI E IL FUTURO DELLA PESCA, TRA DIDATTICA ED ESPERIENZE

L'inaugurazione della mostra “Le risorse ittiche e la pesca tradizionale a Chioggia”, interpretate dai disegni di Luigi Divari, ha conosciuto venerdì al Museo civico della Laguna Sud un momento di indagine scientifica ad alto livello, organizzato dall'Ispra. L'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale ha portato in città un nucleo di esperti del mare, che ne hanno dibattuto cambiamenti e futuro: dalle esperienze inter-adriatiche di gestione del prodotto con Enrico Arneri, dalle specie che scompaiono e quelle che arrivano relazionate da Carlotta Mazzoldi all'evoluzione del mercato ittico vista da Simone Libralato, il pomeriggio è scorso didatticamente interessante, grazie anche agli interventi dei pescatori stessi.

La playlist video degli interventi è a questo link.

sabato 1 luglio 2017

STAMANE PESCATORI IN SALA CONSILIARE, SOLIDALI ALLA BATTAGLIA CONTRO IL DEPOSITO GPL

Questa mattina in sala consiliare il comitato No Gpl e l'amministrazione comunale incontrano le associazioni legate alla pesca per raccogliere la solidarietà dell'importante settore nella battaglia ambientalista contro il deposito in costruzione a Val da Rio. Verranno concordate azioni comuni, senza escludere una manifestazione: in primavera la marineria aveva risposto all'appello del comitato suonando le sirene delle barche in canale San Domenico.